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Cosa ne pensa Google del retail marketing del futuro?
Al Google Marketing Next di fine Maggio si è discusso molto su ciò che sarà indispensabile nell’immediato futuro per una shopping experience a tutto tondo che coinvolga il consumatore sui diversi canali a sua disposizione. Ma di cosa hanno realmente bisogno oggi le persone? Dov’è diretto il retail marketing?
Ecco i punti salienti che guideranno l’esperienza d’acquisto e sui quali bisognerebbe concentrarsi nel prossimo futuro secondo Google:
- I punti di contatto con cui il cliente si approccia al Brand sono numerosi e diversi. Ci sono software che riescono a tracciare il percorso compiuto tra online e offline e tra i diversi dispositivi. I dati ricavati sono fondamentali per capire quali azioni marketing applicare strategicamente, i punti di contatto privilegiati, dove entrare maggiormente in contatto con potenziali clienti.
- Sono aumentate le aspettative sui messaggi pubblicitari: ci si aspetta una pubblicità più mirata e personalizzata in base alle esigenze del cliente. L’obiettivo è raggiungere nel posto giusto, al momento giusto, con il messaggio giusto!
- Grazie al mobile i Micro Moments in cui un consumatore si rivolge al Brand – per informarsi, acquistare, decidere – si sono moltiplicati e ci si aspetta diventino sempre più interattivi (Google sta sperimentando l’assistenza al cliente tramite i messaggi vocali).
- L’esperienza mobile è ormai assodata e diventerà ancora più importante nel retail. Fondamentale è dunque per le aziende velocizzare l’esperienza mobile. Si calcola che ogni secondo di ritardo che la pagina mobile impiega per caricarsi, le conversioni possono scendere del 20%.
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I Micro Moments che funzionano
La vita è fatta di Micro Moments. Attimi impercettibili ma importantissimi. Ogni istante è fondamentale e porta l’essere umano, potenziale consumatore, a decidere. Eccoli spiegati in un video di Google
Tu chiamale se vuoi emozioni
È vero, si parla sempre di più di esperienza omnicanale, di Unified Commerce, di un customer journey a 360°, monitorato e coeso che tiene conto di qualunque canale metta in relazione Brand e cliente o futuro cliente.
Ma questo basta? Secondo le ricerche condotte negli ultimi anni no, non è sufficiente perché c’è di più. In seguito ad analisi condotte da Andrea Farinet, Professore di Marketing relazionale, che ne avvalorano la tesi si ritiene che “il 70% degli utili di un’azienda sia dovuto da clienti emotivamente connessi con il Brand”.
La connessione emotiva, la ricerca di un’affinità tra Brand e cliente non è semplice da raggiungere, ma può anch’essa avvenire sia dal canale fisico che da quello digitale. Diciamo addio alla spersonalizzazione nel retail marketing: il cliente ha bisogno di sentirsi il protagonista durante lo shopping, e possibilmente si aspetta di ricevere offerte adeguate alle sue abitudini d’acquisto.