Scontro fra titani
Ebbene sì, Amazon batte il leggendario Google. Recenti analisi evidenziano come Amazon sia il punto di partenza per le ricerche di prodotti sul web. I consumatori lo preferiscono perché si fidano, sono rassicurati dalle recensioni e dai commenti degli altri utenti e sono soddisfatti dall’efficienza logistica e del servizio al cliente che offre.
Ma non è sempre stato così. L’escalation è avvenuta negli ultimi anni, gradualmente.
Nel 2014 le redini erano ancora in mano a Google (55% dei consumatori lo preferivano contro il 38% di Amazon). Il primo seppur minimo sorpasso è avvenuto nel 2015 (47% Amazon Vs 43% Google), grazie anche all’introduzione di Alexa e delle facilities implicate dal conversational commerce.
Ti potrebbe interessare anche:
“Conversational commerce: acquistare parlando”
Nel 2016, il 52% dei consumatori usa Amazon come primo motore di ricerca di prodotti e solo il 26% preferisce Google. Nei primi mesi del 2017 lo stacco si è fatto sentire di più.
Nel grafico qui sotto l’impatto visivo della crescita dell’uno proporzionale alla diminuzione dell’altro, è affascinante. Tutto in soli 3 anni.
“Googlare per acquistare” è dunque passato di moda? Non proprio. Il maestro non si fa mettere i piedi in testa e sta cercando di recuperare terreno. Negli ultimi mesi del 2017 il divario si riduce e la preferenza di Google come motore primario di online product search vede un rialzo del +28%. Ma Amazon resiste comunque sul gradino più alto del podio.
Vendere su Amazon si o no?
Sul fatto che i consumatori amino Amazon, non ci sono dunque dubbi. Ma cosa ne pensano i venditori? Non tutti sono favorevoli alla vendita su questo famoso marketplace (e sui marketplace in generale). I fattori da valutare sono molti, che poi si trasformino in opportunità o svantaggi, tutto dipende dal tipo di azienda e dalla strategie di vendita e di marketing adottata: se sono in linea con la politica di Amazon allora la convenienza sarà reale, ma se cozzano fra di loro, allora bisogna pensarci bene.
Siccome domi suae quilibet rex, interessiamoci di come funzionano alcune cose in casa Amazon:
- i consumatori sono clienti suoi e non tuoi;
- anche il traffico e l’upselling sono suoi;
- i feedback e le recensioni dei consumatori sono sul tuo prodotto e tu puoi usarle per capire le esigenze del tuo target;
- chi compra lì non va a cercare il tuo brand nello specifico, ma un prodotto in generale;
- Amazon crea fiducia e credibilità e il tuo brand ne otterrà di conseguenza, insieme a maggiore visibilità;
ci sono dei costi fissi da sostenere (più o meno alla pari a quelli del tuo e-commerce).
Quando vendere su Amazon conviene
Ma allora quand’è che vendere su Amazon conviene?
Quando, per esempio, si ha un’attività con un e-commerce che fatica a decollare. Oppure quando un’attività ha margini alti. O propone diverse linee di prodotto. O ancora se la vendita online è solo uno dei tanti canali su cui si piazzano i prodotti.
C’è da dire che la maggior parte di coloro che hanno deciso di vendere su Amazon, non se ne è pentita, anzi. Per molti è diventata una strategia ad hoc per vendere online. Ci sono anche quelli invece che non hanno deciso proprio di loro spontanea volontà di vendere su questo marketplace. Nike l’aveva addirittura ripudiato con tutte le sue forze vedendolo come una macchia sul proprio brand, ma alla fine è stato “costretto” a sottomettersi.
E’ dunque necessario riconoscere che Amazon non è per tutti. Ci sono conti da fare e strategie da studiare e adottare per trarre profitti dalla propria presenza online.
Ma d’altronde, homo faber fortunae suae est.