Molto banalmente, il vantaggio del display advertising è quello che gli annunci possono raggiungere un numero più elevato di persone.
I cambiamenti nel mondo del mobile advertising
Per raggiungere livelli sempre più efficienti, il mondo del mobile advertising ha dovuto sottoporsi a alcuni cambiamenti. Prima di tutto l’utilizzo di Adobe Flash è stato sostituito a con strumenti, come BannerFlow, che consentono di creare banner HTML5 in maniera più rapida e semplice. Uno dei problemi principali è quello dei click involontari sugli annunci, che risultano molto più probabili rispetto a quanto potrebbe accadere su browser desktop e che possono determinare risultati negativi perché gli inserzionisti potrebbero sprecare il loro budget su utenti non interessanti alla propria offerta e deriverebbero anche difficoltà nella parte di analisi. Quindi per risolvere questo rischio è necessario inserire gli annunci in sezioni che possono essere più facilmente visibili dagli utenti, ma in cui vi è una probabilità più bassa di cliccare involontariamente.
Costruire una campagna di mobile advertising
Quando si decide di occuparsi di mobile advertising bisogna innanzitutto considerare che la propria strategia non può essere uguale per tutti i consumatori, ma deve essere mirata e personalizzata in base all’audience che si vuole raggiungere. Si può segmentare il target in base a fattori come età, genere, provenienza geografica. Ogni campagna deve poi fissare, in modo corretto, gli obiettivi che si vogliono raggiungere (ad esempio un certo numero di click).
Bisogna poi prestare molta attenzione alla grafica, poiché è l’aspetto che prima di tutto colpisce l’occhio dell’utente. Nella scelta della palette si deve ricordare che ogni colore evoca una diversa emozione e può incidere nella volontà o meno di compiere una determinata azione. Segue a ruota la scelta della font. Bisogna scegliere un carattere che sia leggibile, ma che si sposi bene con i colori e il layout scelto, e deve collocarsi nell’insieme in modo armonioso. In ogni caso, nel mondo del mobile advertising vale il principio “less is more”, quindi si deve prediligere un testo leggero, piacevole da vedere e soprattutto che sia efficace da leggere, o perlomeno attiri l’attenzione in pochi secondi. Deve quindi arrivare subito al punto senza tanti inutili giri di parole. Può essere utile, in questo senso, utilizzare una call-to-action.
Si possono riconoscere quattro tipologie principali di mobile advertising:
– Banner pubblicitari classici: rappresentano la maggior parte della pubblicità mobile e appaiono sia nei browser mobile che nelle applicazioni.
– Banner rich media: sono formati innovativi che consentono un livello migliore di engagement.
– Video ads: sono per esempio i video che si possono vedere da YouTube.
– Ads all’interno delle app: sono solitamente banner o video inseriti generalmente in applicazioni gratuite.
Quali sono i principali parametri da considerare?
Tutto questo lavoro svolto, per poter essere migliorato e incrementato dev’essere monitorato e misurato.
– Tempo di visita: fa riferimento al tempo passato dagli utenti a guardare l’annuncio e indica soprattutto quanto questo, soprattutto se si tratta di video, sia stato coinvolgente.
– Interazioni: creando banner interattivi si può capire il vero coinvolgimento degli utenti.
– Percentuale di click: misurare chi ha cliccato sul banner e poi svolto una determinata azione è utile per determinare poi il ROI della campagna.
– Impressions: il numero di volte che una pagina web o un banner viene visualizzato dagli utenti internet.
– CPM e CPC: anche il calcolo del Costo per Mille Impressioni e il Costo per Click sono parametri utili per calcolare il ROI, ma anche per cercare di rispettare in modo efficace e efficiente il budget prestabilito.
Insomma, il mobile advertising può essere davvero una miniera d’oro per la comunicazione di un’impresa, che può sfruttare il grosso potenziale di viralità che il mobile offre. Non sono poi da sottovalutare aspetti come la geolocalizzazione o l’integrazione con i social network. Attenzione però, la “display advertising” non deve mai essere sinonimo di “pubblicità invasiva e fastidiosa”, ma deve essere costruita in maniera corretta sul target di riferimento, rinnovandosi e riadattandosi per essere sempre più attraente e integrabile con il sito o le applicazioni all’interno del quale viene inserita.