Startup italiane: di cosa si tratta?
Dare una definizione univoca e precisa di cosa sia una startup sarebbe arduo nonché riduttivo.
Dall’inglese “partire, mettersi in moto”, nell’Enciclopedia Treccani troviamo la seguente definizione: “Fase iniziale di avvio delle attività di una nuova impresa, di un’impresa appena costituita o di un’impresa che si è appena quotata in borsa”.
Questo fenomeno che inizialmente aveva coinvolto solo il settore Internet e tecnologie, al giorno d’oggi si è esteso a macchia d’olio su molti altri settori interessati.
Il processo in questione non è facile come può sembrare. Le aziende coinvolte, spesso capitanate da giovani imprenditori, devono trovare i finanziamenti per mettere in atto un progetto ben chiaro di business e valutare e analizzare il settore di mercato nel quale introdursi.
Le giovani startup riscontrano, specialmente nelle prime fasi del loro cammino, rischi maggiori rispetto alle aziende già consolidate sul mercato. Questi rischi sono una lama a doppio taglio: rappresentano sia una minaccia che porta a conseguenti perdite, sia una prospettiva di guadagno e una possibilità di crescita.
La novità è caratterizzata per lo più dall’incertezza: non sai mai se la tua idea verrà apprezzata o meno. Il fallimento è dietro l’angolo. Ma in caso di successo, il profitto sarà elevato in quanto le risorse finanziarie e umane utilizzate nel momento dell’avvio di un’attività saranno relativamente limitate.
“Spesso il successo nasce dove s’incontrano fortuna e duro lavoro”
A chi appartiene questa citazione? La persona in questione “il successo” lo conosce molto bene! È Dustin Moskovitz, cofondatore di Facebook. Uno tra i tanti che in America, luogo per antonomasia di grandi sogni e idee all’avanguardia, è riuscito a rendere concreta la sua visione.
Startupper: giovani menti intraprendenti con grandi idee, tanta curiosità e apertura al mondo, voglia di collaborare e crescere.
L’emblema americano di questa “voglia di farcela” può essere incarnato dalla famosa Silicon Valley, quel territorio californiano a sud di San Francisco inizialmente ricco di fabbricanti di semiconduttori e microchip (da lì il termine “Silicon”; “basati sul silicio”).
Partendo da lì, si insediarono in secondo luogo aziende di computer e produttori di software.
Polo di attrazione per brillanti personalità provenienti da tutto il mondo, la Silicon Valley seppe guardare il mondo con occhi nuovi, aiutata da una buona dose di operosità e dal clima creativo e irriverente proprio del tempo e del luogo.
Sulla scia della dinamicità americana, anche in Italia come in molti altri paesi del mondo, ha preso piede il settore startup, creando un ambito mercato del lavoro.
Anche l’Italia ci crede
L’odierna situazione in Italia vede oltre 4800 startup innovative. Lo conferma la piattaforma web interattiva delle neo imprese lanciata da Aster, che vede in testa Lombardia ed Emilia Romagna. Quest’ultima si conferma particolarmente favorevole alla crescita di queste promesse per l’economia della regione: un nuovo bando mette a disposizione oltre 6 milioni di euro per le nuove imprese e l’opportunità di un percorso formativo in Silicon Valley.
Secondo i dati forniti dall’European Digital Forum, l’Italia è addirittura il secondo paese impegnato nel sostegno di queste imprese emergenti. È fertile anche il terreno delle neo imprese nate dal coordinamento con i centri di ricerca e gli atenei (poco più di 1000).
Tra le migliori startup italiane troviamo:
- YOOX: fondata nel 2000, conduce le sue attività tramite negozi di abbigliamento online. È disponibile in più di 100 paesi.
- MusixMatch: database per i testi delle canzoni con più di 30 milioni di utenti.
- Iubenda: fornisce “Privacy Policy” per siti e app. Ha avuto successo in Italia soprattutto in seguito alla recente legge sui cookie.
E come non ricordare, anche in seguito alla recente festa della donna, qualche startup in rosa? Spesso messe in secondo piano, anche le donne danno il loro contributo portando innovazione nel mercato italiano.
- Reedoc: piattaforma di education online che spiega materie scientifiche con un linguaggio accessibile anche ad un pubblico molto giovane.
- Tribook: mette in comunicazione lettori e librerie, permettendo di cercare un libro sulla mappa e di localizzare le librerie che ne sono in possesso.
Che siano uomini o donne, giovani o adulti, gli startupper sono menti fresche, aperte al mondo e con la giusta dose di intraprendenza. Un’ottima prospettiva per un florido futuro!