La loro capacità di catturare la mia attenzione e di farmi volare con la fantasia faceva concorrenza ai migliori Storyteller. Alla fine di ogni racconto però, mia nonna ripeteva la stessa frase, quasi come fosse il suo motto di vita:
“Essere umani, ma con umanità”
Quelle parole ormai le ripetevo insieme a lei quasi per inerzia senza chiedermi il loro reale significato. Ora mia nonna non c’è più, ma le sue parole continuano a riaffiorare nella mia mente. Cosa mai avrebbe voluto insegnarmi? “Essere umani, ma con umanità”…
Sembra quasi una ridondanza, due parole apparentemente sinonimi.
Qualche tempo fa ho letto l’intervista “Le nostre metropoli? Vulnerabili e malate” dello psichiatra e antropologo statunitense Arthur Kleinman e davanti ai miei occhi una frase rivelatrice.
“… L’importante è umanizzare questo mondo che sta diventando freddo, cinico, crudele, troppo soggetto alle leggi della biologia. Prendiamoci la responsabilità di umanizzarlo prima che la sofferenza esploda.”
In quel momento la frase di mia nonna ha iniziato a prendere forma e ad avere finalmente un senso. Essere umani è semplice in quanto è la nostra natura a definirci tali. Nasciamo uomini e facciamo parte della razza umana.
Tutto fila.
Acquisire umanità, invece, è un po’ più complicato. Richiede lo sforzo di imparare una serie di regole e valori che stanno proprio alla base della distinzione tra i due termini. Ecco perché a mio avviso l’umanità è strettamente collegata a quella che lo psicologo statunitense Daniel Goleman ha definito Intelligenza Emotiva.
Parliamo di Intelligenza Emotiva
“L’Intelligenza Emotiva è la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare.”
Come si può notare dalla definizione, l’intelligenza emotiva è composta da un insieme di specifiche capacità e abilità che mirano a facilitare il nostro processo di adattamento, le relazioni con gli altri, il successo nel lavoro e a preservare una stabilità psichica.
- Consapevolezza e padronanza di sé, intesa come lo sviluppo di attitudini legate all’auto-controllo delle emozioni, degli impulsi, dei propri stati interiori.
- Motivazione di se stessi, capacità di dominare le emozioni al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.
- Empatia, capacità di immedesimarsi in un’altra persona, comprendendone sentimenti, bisogni, desideri, problemi o sofferenze grazie anche ad un orientamento al servizio e all’umiltà.
- Abilità nelle relazioni interpersonali, intesa come gestione delle relazioni attraverso un’ottima capacità comunicativa, gestione dei conflitti e delle negoziazioni, propensione alla leadership, abilità collaborativa.
Queste capacità possono essere educate, apprese e sviluppate da qualsiasi persona e possono essere fonte di ricchezza e vantaggio sia per il successo personale che professionale.
L’Intelligenza da sola, dunque, non è sufficiente.
Imparare a conoscere e gestire le proprie emozioni, saper comunicare e collaborare, sviluppare una propensione al cambiamento, aiutare gli altri senza la presunzione di essere superiori, non sminuire il prossimo per elevare noi stessi. Tutto ciò permette di affrontare meglio le sfide, lo stress e gli scontri emotivi.
L’Intelligenza Emotiva quindi, permette di differenziare un amico da un vero amico. Un manager da un vero manager. Un leader da un vero leader. Permette di essere umani, ma con umanità.
E voi? Pensate di aver sviluppato questa capacità?
Provate questo test gratuito per misurare il vostro Quoziente Emotivo! Fai il test a questo link