Il Retail è senza dubbio un settore dinamico e stimolante: in costante contatto con il mercato e i consumatori e in continuo aggiornamento. Una sfida continua che deve vedersela con la competizione dei colossi eCommerce, con le mode, le tecnologie e le nuove modalità di acquisto e di ricerca di prodotti e servizi.
Lo store oggi: una rincorsa all’innovazione
Ecco dunque che la rincorsa all’innovazione nel retail è molto sentita.
Tuttavia, come vedremo, non è poi così facile da perseguire: un po’ per i costi, un po’ perché non è semplice vederne l’immediato beneficio, sono ancora tanti i retailer italiani che faticano a investire nella tecnologia.
Oggi più che mai il negozio, assume una serie di ruoli e di significati diversi: il punto vendita non è più solo uno spazio fisico dove accedere al prodotto; è un luogo ricco di funzionalità e di relazioni. Quando si parla di innovazione nel retail dunque, non si può non pensare all’Omnichannel (integrazione dei vari punti di contatto), alla digitalizzazione del punto vendita e alla sperimentazione di formati innovativi di negozio.
Analizzando i dati sullo scenario del mercato Retail in Italia, si può dire di stare andando verso questa direzione? Come si stanno muovendo dunque i retailer italiani?
Innovazione nel retail: quanto hanno investito i Retailer nel 2018?
Secondo quanto riporta l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, tutti i retailer sono in una fase innovativa e sperimentale di innovazione digitale.
Lo scorso anno l’innovazione nel retail è approdata essenzialmente su due fronti:
- Front-end: dove hanno avuto successo innovazioni relative ai pagamenti, le casse evolute, sistemi di sales force automation; wi-fi instore, sistemi di couponing e loyalty e sistemi di Digital signage;
- Back-end: dove i principali sviluppi riguardano l’arrivo (obbligatorio da Gennaio 2019) della fatturazione elettronica, un tentativo di avere un CRM unico che renda fattibile una serie di attività personalizzate sul cliente, il monitoraggio della clientela in-store e tutti i sistemi legati alla BI Analytics.
Nonostante ci sia molta sperimentazione verso le potenzialità del digitale, in molte aziende manca ancora una visione strategica.
Per gli 80 top retailer italiani presi a campione, l’investimento in digitale supera di poco l’1% del fatturato nel 2018.
Per quanto riguarda i retailer medio piccoli italiani, la rincorsa all’innovazione è ancor più timida: un gran numero di Pmi non vede nel digitale un vantaggio per migliorare il proprio business. L’investimento nel digitale, sempre nel 2018, pesa pochi decimi di punto percentuale sul fatturato. Uno sguardo al digital ancora leggermente “acerbo” per i piccoli e medi retailer, dove c’è una scarsa attenzione alla misurazione dei dati e dei benefici del digitale. Solo un retailer su dieci ha dichiarato di disporre di metriche per valutare l’efficacia del digitale in-store.
Esempi di innovazione: gli store che amano il digital
In che modo il digitale può supportare l’evoluzione del punto vendita?
In negozio un consumatore può trovarsi di fronte a “tecnologie visibili” volte a un miglioramento dell’esperienza d’acquisto e a creare quell’effetto wow che oggi i consumatori ricercano. Ecco che camerini virtuali, device a supporto del personale di vendita, tecnologie per un pagamento veloce e realtà aumentata, animano il negozio e al tempo stesso raccolgono dati sui consumatori e sul loro comportamento d’acquisto.
Poi ci sono le “tecnologie invisibili”, che non conferiscono un piacere immediato alla shopping experience, ma sono fondamentali per fornire più servizi ai clienti e una comunicazione mirata alle loro esigenze, aumentando così la percezione del Brand e il livello di soddisfazione nei confronti dello stesso. L’Omnichannel qui la fa da padrone e consente tutta una serie di servizi come il Click and collect e il drive and collect, permettendo una visione unica e integrata tra il mondo online e quello offline.
Tanti sono i Brand che sono riusciti a trasformare la concezione tradizionale del negozio, portando innovazione nel retail. Ne riportiamo qui solo alcuni esempi:
- nell’alimentare Auchan ha lanciato un’applicazione che permette di svolgere in autonomia la spesa al supermercato e di pagare direttamente dallo smartphone al termine della spesa;
- Conad del Tirreno sta lavorando a un carrello intelligente che grazie a telecamere e sensori di peso elabora la transazione e permette un pagamento veloce e automatico;
- Kasanova ha studiato un vetrina interattiva che permette al cliente di esplorare l’offerta ancor prima di entrare in negozio;
- Lowe’s, colosso che opera nella vendita al dettaglio di materiale per la casa negli USA, sta testando gli strumenti di realtà virtuale aiutando i clienti a visualizzare e “sentire” un prodotto per la casa nel contesto dello spazio abitativo del cliente.
Sono tante le innovazioni che si possono ancora portare in questo stimolante settore. Quel che è certo, è che lo store si sta progressivamente trasformando da spazio di accesso fisico al prodotto a luogo ricco di funzionalità, servizi e significati. Bisogna solo decidere da che parte stare: guidare la trasformazione o rincorrerla?