Un anno di ricerche con Big G

Digital Marketing

Google Trends
Ci siamo! Il 2016 volge ormai al termine. Ed è quindi tempo di bilanci. Guardiamo indietro ai dodici mesi trascorsi e riflettiamo su cosa li hanno resi unici e irripetibili. Quali i personaggi e gli avvenimenti che hanno segnato il nostro anno? Ecco che ad avere una visione d’insieme ci pensa, ancora una volta Big G, o meglio Google Trends che puntuale come ogni anno ha stilato le classifiche delle ricerche online più effettuate dagli utenti nel 2016.

Petaloso, Pokemon Go, David Bowie: il 2016 cercato su Google

Sono tanti i “perché” e i “come” che gli italiani hanno cercato sul web durante il 2016. “Perché i gatti hanno paura dei cetrioli?”, “Come si fa il gelato al caffé in casa?” o “Cosa significa petaloso?” Queste sono alcune delle ricerche che hanno stuzzicato la nostra curiosità online. Una sorta di paroliere impazzito. Una lista dove spesso domina il fattore emozionale della ricerca, come testimonia l’elenco delle parole più cliccate. La query più cercata in assoluto è Pokémon Go, uscito in Italia a metà luglio e diventato una vera e propria mania per migliaia di utenti. Un fenomeno capace di spingere le persone a vagare per le città in cerca di piccole creature virtuali da acchiappare e aggiungere al proprio archivio. Ma ovviamente anche le Olimpiadi andate in scena a Rio e gli Europei di calcio hanno catalizzato l’attenzione, così come la Brexit. ll personaggio invece più indagato in rete? David Bowie, scomparso a New York il 10 gennaio. Le pagine indicizzate con il nome della rock star sono state aperte più di quelle dedicate a Donald Trump, il nuovo presidente degli Stati o a Gonzalo Higuain, passato in estate dal Napoli alla Juventus. Per quanto riguarda invece le ricerche relative alle mete vacanziere spicca Corfù, mentre per citare il mondo delle ricette, è il tiramisù ad occupare un posto di primo piano.

Un anno di parole cercate sui motori del web

Ripercorrere le ricerche è come scrivere la storia del 2016. Non è un caso: internet è così pervasivo che tutto passa di lì. Non c’è fatto, evento o cronaca che non venga intercettato e filtrato in qualche modo. Tutto è e succede su Google, la principale porta di accesso al web. Perché consultare Big G è forse meno faticoso che sfogliare il dizionario. E sempre più persone ormai si informano accedendo ai siti d’informazione e social network. Ma tutto questo cosa ci insegna? Come può una semplice ricerca essere utilizzata dalle tante PMI del nostro territorio? Grazie a Google Trends, uno strumento che ti permette di scoprire gli interessi e le tendenze degli utenti di tutto il mondo. L’obiettivo? Fare delle vere e proprie analisi di mercato per cogliere le opportunità per il nostro brand.

Google Trends, il tool delle tendenze del web

A cosa serve sapere quello di cui sta parlando Internet? Le aziende possono intercettare gli argomenti più interessanti e inserirsi nelle conversazioni più frequenti, anticipando trend valutando le esigenze degli utenti. Il tutto per posizionarsi sul mercato e migliorare le proprie strategie SEO. Come? Con Google Trends, il tool gratuito di Google che offre una visione completa delle ricerche effettuate dagli utenti online, utile per le ricerche di marketing e per valutare le tendenze di mercato. Lo strumento, ad esempio, permette di conoscere quante volte un termine viene usato in un periodo di tempo e in una determinata area geografica. Insomma, una sorta di indice di relativa popolarità.

Una ne fa e cento ne pensa

E’chiaro che ancora una volta Google sta dalla parte delle PMI fornendo loro uno strumento prezioso per le ricerche di mercato. L’obiettivo è ottimizzare il proprio business e cogliere e potenziare i margini di crescita. Grazie a uno studio approfondito delle tendenze le PMI sono in grado di conoscere al meglio la propria nicchia, trovare o consolidare il loro business e studiare i competitor. Perché l’obiettivo è sempre lo stesso: fare un’analisi completa ed esaustiva per conoscere i vari segmenti di mercato più e meno battuti, i concorrenti (in loco e online) e la possibilità di futuro sviluppo per la propria attività. In poche parole, conoscere per crescere.

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