Prendendo spunto dal gioco dell’imitazione, l’inglese spiegava il criterio attraverso il quale determinare se una macchina sa pensare.
Il test prevedeva tre partecipanti: un essere umano A, un computer B e un altro essere umano C. Quest’ultimo è tenuto separato dagli altri due e tramite una serie di domande deve stabilire qual è l’uomo e quale la macchina, se non ci riesce allora la macchina sa pensare, semplice no? Questa è l’intelligenza artificiale.
Da allora sono passati 65 anni, e, nonostante in “2001: Odissea nello spazio” Kubrick aveva già previsto macchine pensanti, sfortunatamente devo ancora incontrare un robot con cui fare una chiacchierata in metro o al parco.
Il 13 Aprile 2016 ci ha provato però da San Francisco, il nostro amico di Facebook, Mark Zuckerberg.
Al Facebook F8 ( l’annuale evento in cui si svelano le prossime novità su Facebook ), Zuck ha annunciato l’arrivo dei chatbot su Messenger. Questi consistono in veri e propri interlocutori virtuali che forniscono risposte in tempo reale alle domande degli utenti.
I chatbot nel web esistono ormai da diversi anni e, senza saperlo, potreste esservi già imbattuti in uno di loro. Se ci pensate bene, quando navigate online, sia per prenotare un volo o compilare un form, vi sarà almeno una volta apparso un bel pulsante con scritto “Live Chat”. Questo vi avrà portato a pensare che dall’altra parte della chat ci fosse stato un assistente umano pronto a correre in vostro soccorso. In realtà ho una brutta notizia da darvi, il vostro salvatore potrebbe essere stato un algoritmo scritto da qualche simpatico sviluppatore.
Perchè i chatbot sono importanti?
Sempre più di frequente, i consumatori si rivolgono ai Brand ponendogli domande direttamente nelle loro pagine di Facebook, il che implica che dall’altra parte ci debba essere qualcuno che risponda. Qui entra in gioco il nostro amico chatbot. Lui può fornire agli utenti un supporto di base iniziale, poi, solo quando sarà necessario, interverrà l’utente umano riprendendo la chat da dove l’ha lasciata il bot.
Un singolo chatbot non fa pause e può chattare simultaneamente con un numero elevatissimo di utenti. Avete ancora dubbi sulla sua utilità?
La tecnologia è per tutti!
Ovviamente, l’intenzione di Facebook non è quella di sviluppare i chatbot, infatti ha messo a disposizione degli sviluppatori gli strumenti per creare i propri chatbot.
Lo scopo di Zuckerberg è quello di lasciare che gli sviluppatori si sbizzarriscano e ascoltino le esigenze del mercato per creare nuovi bot da integrare nei siti web delle aziende.
Dopo Messenger, Instagram e Whatsapp la corsa di Facebook per diventare il leader indiscusso nel mondo della messaggistica sembra inarrestabile.
Ciononostante, gli altri colossi della tecnologia non sembrano disposti a restare in disparte a guardare: Telegram già un anno fa annunciava i sui chatbot, Microsoft ci sta provando in Skype, e Google ha già lanciato le sue Cloud Machine Learnign Products.
Per concludere però, mi sento in dovere di mettervi in guardia: a chattare troppo con un bot potreste finire con l’innamorarvi di lui/lei, proprio come è successo al protagonista del film di Spike Jonze, “Lei” (Her).
Poi non dite che noi di Marketing Technology non vi avevamo avvisato.